Sono diverso perché posso farlo* Lo straniero mi appartiene

Bani Abidi, EsRAP, Aziz Hazara, Lucas Odahara, Setareh Shahbazi
"Possiamo immaginare un Paese a cui tutti possiamo appartenere, dove la cittadinanza viene rivendicata attraverso atti di amore e di cura, dove lo "straniero" risiede in ognuno di noi ed è la parte ancora sconosciuta, non familiare di noi e dentro di noi che vogliamo conoscere? La ricerca della conoscenza richiede che accogliamo l'estraneo e allo stesso tempo diventiamo estranei a noi stessi per conoscere veramente noi stessi e l'altro" (Vazira Fazila-Yacoobali Zamindar, Borderlanders: A Political Concept for Repair)
Come possiamo sentire contemporaneamente un senso di appartenenza alle diverse storie e alle difficili geografie di cui facciamo parte? Quali pratiche di appartenenza ci permetterebbero di fare spazio alle nostre differenze intrecciate? Invece di avere paura dell'estraneo, non potrebbe permetterci di creare le comunità e i tipi di casa di cui abbiamo bisogno per vivere insieme nel mondo? Nelle loro opere, gli artisti in mostra creano forme di appartenenza che invitano il desiderio e i nostri estranei interiori a diventare una parte significativa dell'essere collettivo.
Sono diverso perché posso farlo. Stranger belongs to me è la parte conclusiva della trilogia TAXISPALAIS sulle questioni della coesistenza e su come pensare e praticare in modo più adeguato i discorsi sulle appartenenze multiple in Europa occidentale.
A cura di Nina Tabassomi & Vazira Fazila-Yacoobali Zamindar
*Titolo tratto da una canzone degli EsRAP